La vita non si ferma

Una nuova collaborazione con la scrittrice Giulia Terenzi

Occhi di maschere che non sanno più come doversi comportare

Ciao amici,

oggi è una bella giornata!

Sono a casa a rilassarmi un poco, oggi non lavoro. La giornata è splendida, calda ma non troppo ed io me ne sto sotto il pino davanti casa mia, a scrivervi e a cercare di riprendere la mia progettualità, a riorganizzare pensieri e sentimenti, perché in questo periodo in cui ci ritroviamo frastornati e scombussolati, è davvero facile perdere di vista i propri obiettivi, lasciarsi cullare dalla malinconia e da una pseudo depressione che ci attira sul divano, magari a riempirci di schifezze guardando la televisione.

Volevo informarvi che sto bene nonostante il lavoro che faccio, perché grazie al cielo abbiamo i dpi necessari a svolgere il nostro compito nel migliore dei modi e novità, ho intrapreso una nuova collaborazione con una ragazza di nome Giulia Terenzi, che come me è nata e vive a Pesaro.

Giulia è una ragazza di grande sensibilità e scrittrice di talento, il cui sito internet, giuliaterenzi.com, è ricco di parole profonde che sanno arrivare al cuore; la prima volta che ho letto i suoi articoli e le sue poesie, ho avuto come un sollievo nel sapere che ancora in questo mondo ci sono persone che nel discutere di argomenti, sanno far valere le proprie convinzioni senza accusare e additare il comportamento altrui, dote che hanno perso molti politici a mio parere, i quali per far valere le loro ragioni insultano e puntano il dito contro gli altri.

Giulia pone domande provocatorie con la semplicità di una conversazione tra amici, affronta il tema delle maschere e penso che lo affronti in un modo molto diretto, senza fronzoli, senza ipocrisia e soprattutto senza dare un giudizio negativo o positivo a questo archetipo, portandoci a riflettere sul perché ormai tutti indossiamo maschere a seconda della situazione e cosa ci ha portato a doverci con ansia, di volta in volta, adeguarci alla situazione che stiamo vivendo.

Per gli articoli e le poesie che Giulia scrive, io disegno quello che le sue parole mi ispirano; è un lavoro molto stimolante, ma anche difficile, perché non sono mai pienamente soddisfatta della trasposizione su carta di quelle immagini che lei sveglia in me. Il primo disegno che ho realizzato per il suo primo articolo è stato una lotta!! Ho dovuto rifare l'illustrazione per ben tre volte e nonostante io mi sia fermata alla quarta rappresentazione, sentivo che comunque al cento per cento non era quella l'immagine che nella mia mente si formava quando leggevo le parole di "Maschera chi" (https://giuliaterenzi.com/2020/04/01/maschera-chi/)

Spesso mi sono chiesta a cosa sia dovuto questo mio travaglio interiore, questa tendenza a voler fare sempre perfettamente tutto (cosa che poche volte mi riesce e se mi riesce é comunque dopo aver sbagliato più volte). La risposta probabilmente è negli articoli di Giulia: la maschera.

A scuola vieni o venivi etichettato secchione? Sei visto come la persona pacifica, brava, buona che non da problemi, che non si lamenta? 

Sì, può succedere.

Spesso sono gli altri che ti mettono la maschera e tu cerchi di onorarla, perché ti senti più accettato. Parla una che per fare amicizia alle scuole superiori cercava di eccellere su tutti, perché sicura che in questo modo i compagni sarebbero venuti a chiederle aiuto e fare amicizia sarebbe stato più semplice; sia chiaro, è sempre stato nella mia natura impegnarmi e fare bene le cose.

Ha funzionato ma al costo di mantenere sempre un alto livello e non sgarrare mai, perché quando fai tutto bene il minimo errore viene subito notato.

Maschere... ma fanno parte di noi e vorrei salutarvi con le parole di Giulia, bellissime e per me di grande consolazione: 

Dai, pensiamoci bene: è un puro dato di fatto, reale appunto, azzarderei dire perfino normale indossarla, anzi, non solo indossarla, ma cambiarla esattamente come si cambia qualsiasi indumento durante la giornata.

Non è piuttosto la presenza o meno di consapevolezza su quale scegliere, quando e con chi, a rendere quella maschera positiva o negativa? E non è la stessa consapevolezza a rendere di conseguenza noi esseri umani delle persone di valore o meno?

Un bacio a tutti,

Monica

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