VOCI D per dare voce alla vita

Un racconto breve, pronto per essere autopubblicato

VOCI D per dare voce alla vita

Buon pomeriggio a tutti!

Siamo al trenta di giugno, ormai l'estate è scoppiata e io voglio raccontarvi una delle tante cose a cui sto lavorando in questo ultimo periodo.

Qualche anno fa ho partecipato ad un concorso letterario che prevedeva l'invio di un racconto breve nel quale si parlasse del silenzio lasciato dal covid lungo le vie delle nostre città, ovvero di come si fossero trasformate durante quel lungo e grigio periodo.

Il mio racconto non era stato selezionato e perciò per un po' di anni è rimasto in una cartellina in un angolo remoto del mio hard disk esterno, finché qualche settimana, nel mio tentativo di riappropriazione, ho deciso che lo avrei ripreso in mano e se fosse necessario, autopubblicato.

Perché? 

Perché mi è sempre piaciuto parlare e disegnare la vita, condividere con gli altri delle esperienze e penso che potrebbe nascere qualcosa di interessante dal racconto di un pezzo della propria vita, penso ne valga la pena.

Il racconto si chiama VOCI D, che è l'anagramma della parola COVID, per dar voce a un'esperienza angosciante che fortunatamente è un ricordo lontano.

Il libro, che conterà poche pagine, è in fase di impaginazione, ma è un progetto che desidererei davvero veder finito e per darvi un piccolo assaggio, vi lascio uno stralcio qua di seguito.

"Sono così attaccata alla vita che la morte mi spaventa e non voglio permettere a questo virus di portarmi via il dono più prezioso, ma specialmente non voglio che lo porti via alle persone a cui voglio bene.
Arriviamo all’ospedale e poco prima di entrare terminiamo la vestizione, ci rinchiudiamo dentro le nostre robuste tute bianche, siamo impacchettati e pronti per essere spediti ed io mi sento morire."

Monica

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